Pino Deodato, “L’uomo misura di tutte le cose”
A Vibo Valentia, nel Complesso Valentianum, sede della Camera di Commercio, nel corso del Premio Internazionale Limen Arte 2017 –IX edizione, dal 16 Dicembre 2017, a cura di Giorgio Bonomi, è stata realizzata un’ampia mostra delle opere di Pino Deodato che ritorna nella sua terra di origine. Una sezione speciale a lui dedicata con una selezione di opere, sculture e quadri, realizzate tra l’anno 1969 e il 2017, che ben rappresenta la poetica e lo stile dell’artista.
Il titolo della mostra riprende un famoso concetto di Protagora, filosofo della antica Grecia, che si addice perfettamente ai lavori di Deodato. In questi, infatti, è sempre presente l’uomo: un “omino” che con discrezione, senza spocchia, senza presunzione, agisce nello spazio, misurandolo e delimitandolo. Spesso non è solo ma è “disseminato” sulla parete assieme a tanti suoi simili, tutti quasi sempre con il corpo, e lo sguardo, girato verso la parete; si tratta di una sorta di “folla solitaria”, per riprendere l’immagine di un celebre sociologo (David Riesman).
Non c’è segno di rassegnazione o di timore bensì quell’omino di Deodato esprime la forza dell’uomo comune che, a differenza dell’eroe che è tale solo per un attimo, sopporta virilmente, ogni giorno, la vita, nella buona e nella cattiva sorte.
La “ripetizione differente”, cara al filosofo francese Gilles Deleuze, qui rappresentata dalla moltiplicazione dei soggetti, tutti realizzati in terra cotta, in Deodato pare forse riferirsi più all’immagine pirandelliana dell’“uno, nessuno, centomila”, metafora dell’individuo che, come queste piccole statue, appare sempre lo stesso, mentre cambia perennemente.
Così l’artista, oltre nella solitudine e nella malinconia, colloca i suoi personaggi in un’atmosfera ironica, ma mai caustica, al contrario questi appaiono in un’aura lirica, come nella stanza dedicata ai “mangiatori di lucciole”.